Parte la carovana di eventi per il centenario di UICI (Unione Italiana Ciechi)

Un segnalibro in Braille in regalo a tutti i lettori del Corriere della Sera In allegato a «7» in edicola il 21 febbraio, la giornata nazionale del Braille. Al via i festeggiamenti per il centenario dell’associazione con video di Fiorello e concerto finale di Andrea Bocelli
Venerdì in edicola insieme al Settimanale «7», i lettori del Corriere della Sera troveranno un piccolo grande regalo: un segnalibro particolare da conservare. «Il 21 febbraio è la giornata nazionale del Braille, il sistema di lettura e scrittura tattile a rilievo per non vedenti – dice Mario Barbuto, presidente nazionale Unione italiana ciechi e ipovedenti – Per noi il braille è sinonimo di libertà e indipendenza. Il Corriere ci ha offerto la grande possibilità di regalare a tutti i lettori questo segnalibro in caratteri braille che recita “Braille uguale Libertà” in quattro lingue: italiano, cinese, russo e arabo. La nostra speranza è che i lettori lo tengano con sé e ci aiutino a mantenere il nostro modo di scrivere e leggere indipendente, quello che ci garantisce la libertà personale e il diritto di cittadinanza. Noi accogliamo e accettiamo l’aiuto di tutti ma non dobbiamo essere costretti ad avere bisogno di nessuno. E’ liberandoci dal bisogno che si diventa cittadini».
Il 2020 è un anno importante per l’Unione italiana ciechi: sono 100 anni dalla fondazione di un’associazione, che secondo le parole del suo presidente, è l’unica che lavora per chiudere. «La nostra sfida per i prossimi centro anni è la grande utopia: cancellare dal mondo la cecità e quindi anche la nostra associazione. Con lo slogan “1920-2020 Unione accanto ai ciechi” – prosegue Barbuto – faremo un tour di 17 tappe in tutta Italia in cui mostreremo i risultati del nostro lavoro e inviteremo i cittadini a partecipare alle mostre e attività interattive: dal libro parlato ai cani guida, all’unità mobile oculistica con screening gratuito, fino al bar al buio per le esperienze sensoriali al laboratorio tattile per la scuole, all’angolo sport e tecnologia. Rosario Fiorello ci ha offerto la disponibilità facendoci un video di presentazione del tour che inizia il 21 a Catania e si concluderà – dopo varie tappe in tutte le maggiori città italiane tra cui Napoli, Roma, Firenze, Milano – il 24 ottobre a Genova con un grande concerto di Andrea Bocelli». (Tutte le info e le date su www.centenario.uiciechi.it)
Mario Barbuto, presidente Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti
«Tantissimi i risultati in questi 100 anni di cammino. Dai ciechi seduti sui gradini delle chiese a quello che sono oggi i non vedenti: persone integrate che lavorano come impiegati, centralinisti, insegnanti, avvocati, politici. Individui che hanno compiuto il grande percorso dell’autonomia. Proprio per questo il braille continua a rimanere fondamentale l’istruzione e il lavoro. Oggi sono tanti i dispositivi in braille elettronico che permettono di collegarsi in modo autonomo. Su iPhone e iPad ad esempio c’è la possibilità della tastiera in braille: un grande vantaggio per avere una modalità di scrittura veloce come gli altri. Il valore ancora enorme del braille è che ci rende autonomi dalla lettura degli altri: leggere un libro da soli è un grande sinonimo di libertà. I nostri ragazzi della scuola elementari e medie hanno diritto ad avere i loro libri di testo fisici nelle mani. L’audiolibro è uno strumento eccezionale ma resta sempre una lettura mediata, un compromesso che accettiamo volentieri: quello che non accettiamo è portare questa modalità tra i bambini e i ragazzi, in una scuola elementare e media. Un bambino non vedente ha il diritto di avere la sua pagina braille sottomano, avere lo stesso percorso che fanno tutti gli altri».
In Italia i ciechi sono 140mila. Se si aggiungono anche gli ipovendenti che arrivano a uno o due decimi di vista arriviamo intorno al milione e mezzo di persone. «Abbiamo sedi in tutte le province italiane: 107 sedi territoriali, 21 sede regionali, punti di riferimento per i diritti, studio e ricovero – prosegue Barbuto – . Sono in grande aumento le persone con disabilità plurime, che alla cecità aggiungono altre disabilità. Proprio per queste servono risposte politiche: non possono essere abbandonate a se stesse, servono case di accoglienza trovare dignità e futuro. Serve una sensibilizzazione maggiore che si traduca in atti concreti».